domenica, aprile 26, 2009

 

Considerazioni del 26 aprile


Ecco l'inizio dell'interessante articolo di Eugenio Scalfari su Repubblica di oggi. Chiaro e realistico come sempre. Per leggerlo tutto cliccare su "Continua"

La patria e il nuovo padre padrone
IERI 25 aprile, giorno di festa per la liberazione d'Italia dai nazifascisti e per la Resistenza che ha reso possibile la rinascita della democrazia nel nostro paese, è caduto il muro che aveva fin qui impedito a quella ricorrenza di diventare una data condivisa da tutti gli italiani. Il merito di questo risultato spetta a Silvio Berlusconi, ...
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sabato, aprile 25, 2009

 

Buon 25 aprile a tutti. Proprio a tutti!

Napolitano: "Ideali validi per tutti"

La fondazione di Fini: "Partigiani patrioti"


La Russa: "Ricorrenza condivisa". Maroni: "Data incancellabile"

ROMA - "Il 25 aprile è una data incancellabile da cui nacque l'Italia libera e democratica". Alla vigilia della festa della Liberazione, la netta presa di posizione del capo dello Stato sembra aver fatto affetto. Dopo giorni di distinguo, di partigiani "buoni e cattivi", le voci che arrivano dalla maggioranza sembrano parlare un linguaggio simili a quello di Giorgio Napolitano. Che oggi torna a levare la sua voce.

E così il ministro dell'Interno Bobo Maroni parla di "data incancellabile" e perfino il ministro della Difesa Ignazio La Russa la definisce "una ricorrenza condivisa". "Sul 25 aprile niente equivoci: il Pdl
lo celebra sta dalla parte dei valori dell'antifascismo e della resistenza" taglia corto il ministro Gianfranco Rotondi. Fino ad arrivare a FareFuturo, la fondazione di Gianfranco Fini, che si spinge oltre: "Forse è arrivato il momento se, anche da destra, soprattutto da destra, si comincia a pensare, con convinzione, senza infingimenti, che i partigiani sono stati buoni italiani. Che la resistenza è stata roba di patrioti. E non di traditori.

E Napolitano, anche oggi, torna a parlare. Ribandendo che il messaggio della Resistenza "vive nella Costituzione", ammonendo " a non ripetere gli errori del passato" e spiegando come possano riconoscersi "nell'eredità spirituale e morale della Resistenza, che vive nella Costituzione, anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-1945, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti".

In quella Carta dice il presidente della Repubblica, si possono riconoscere anche quanti non parteciparono alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Ma quei principi accettano come validi e indiscutibili.

Infine arriva la conferma che Silvio Berlusconi commemorerà domani il 25 aprile prima a Roma, dove deporrà, insieme al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, la corona d'alloro in omaggio al milite ignoto, all'Altare della Patria; poi, si recherà ad Onna, in Abruzzo.

(da Repubblica, 24 aprile 2009)

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Buon 25 aprile a tutti!

Il presidente: "La Carta non può essere violata in nome della governabilità"
"Non può essere intaccato l'equilibrio dei poteri in nome dall'investitura popolare"

Napolitano difende la Costituzione
"Non è un residuato bellico"

"Il 25 aprile non è la festa di una sola parte"

Giorgio Napolitano

ROMA - Difende la Costituzione. Riafferma il valore della Liberazione. Boccia "l'anacronistico bicameralismo perfetto". Sono parole nette quelle pronunciate da Giorgio Napolitano al teatro Regio di Torino nell'inaugurare la "Biennale della democrazia". Un lungo monito in difesa della carta Costituzionale che arriva dopo un continuo stillicidio di attacchi sulla sua attuale validità. "Ogni potere delle istituzioni rappresentative, il potere legislativo ordinario come il potere esecutivo, riconosce la supremazia della Costituzione e rispetta i limiti che essa impone" ammonisce Napolitano. Riaffermandone il primato ("non è un residuato bellico"), il ruolo e l'importanza. Che si esplicita nel porre "limiti che non possono essere ignorati nemmeno in forza dell'investitura popolare, diretta o indiretta, di chi governa".

Parole che suonano come una replica a molti - tra loro anche Silvio Berlusconi - avevano più volte messo in discussione la modernità della Costituzione, lamentando uno scarso margine di manovra per l'esecutivo. Ma se, continua il capo dello Stato, è "del tutto legittimo politicamente" verificare elementi di ulteriore rafforzamento dei poteri del governo, queste modifiche devono essere introdotte "sulla base di motivazioni trasparenti e convincenti". Così come "in funzione della governabilità non si possono sacrificare la divisione dei poteri, la pluralità dei partiti, la tutela delle minoranze politiche". Parole che richiamano il pensiero del filosofo Bobbio secondo cui "la denuncia della ingovernabilità tende a suggerire soluzioni autoritarie". Riafferma l'insostituibilità delle "principali istituzioni del liberalismo'' il presidente della Repubblica, che non possono essere considerate "un bagaglio obsoleto sacrificabile sull'altare della governabilita' in funzione di decisioni rapide, perentorie e definitive''.

All'Italia, piuttosto, serve ''uno scatto culturale e morale e di una mobilitazione collettiva, un rilancio del senso civico, della dedizione dell'interesse generale, della partecipazione diffusa a forme di vita sociale e di attivita' politica".

Infine un passaggio sul 25 aprile, "festa di tutti e non di una sola parte". "I valori dell'antifascismo e della Resistenza - aggiunge il presidente della Repubblica- non restarono mai chiusi in una semplice logica di rifiuto e di contrasto e poterono perciò tradursi con la Costituzione in principi e in diritti condivisibili anche da quanti fossero rimasti estranei all'antifascismo e alla Resistenza". (da Repubblica, 22/4/09)

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