lunedì, giugno 30, 2008

 

il PRE e il PAP

Dramma teologico neurologico in un atto
Stefano Benni

Pre: Buongiorno Sua Santità. Pap: Buongiorno signor premier... sono lieto di questo incontro, utile a rafforzare i legami che uniscono la nostra chiesa al vostro stato e alla fattiva collaborazione che... Pre: Mi scusi Santità ma abbiamo solo mezz'ora e vorrei venire al dunque. Pap: Prego? Pre: Al dunque, al vero motivo della mia visita. Dunque, io non sono contento di voi... Pap: Ma come? Con tutto il sostegno che vi abbiamo dato, lo IOR, i cardinali, i vescovi... Pre: No. Io non sono contento... del suo superiore... Pap: Intende dire?Pre: Proprio di Lui. Mi spiego. Io non dovrei avere più pensieri, né problemi. Sono uno statista che ha fallito due volte e mi hanno rieletto. Sono dieci volte più ricco di quando ho cominciato a fare politica. L'opposizione mi regge lo strascico. E a forza di leggi ad personam, sono intoccabile. Sto eliminando i giudici, la magistratura, i processi, ripulendo la stampa, nessuno potrà più sfiorarmi... Pap: E allora? Pre: A allora? Non vede come sono esasperato, con quanta rabbia continuo ad accanirmi, a dire che ce l'hanno tutti con me, a tentare di spegnere ogni critica... e che cos'è questo secondo lei? Pap: Uh, credo di capire. Pre: Esatto. È questa maledetta coscienza, il senso di colpa, il sapere cosa veramente sono. Crede lei che se fossi convinto ... (continua)

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